Per informazione riportiamo integralmente l’articolo di Wavemaker – agenzia di media, content & technology del 10 MAR, 2020
La sostenibilità è il processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento delle risorse, il piano degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e le modifiche istituzionali sono tutti in sintonia e valorizzano il potenziale attuale e futuro, al fine di far fronte ai bisogni e alle aspirazioni dell’uomo.
Innanzitutto, possiamo dire che non c’è alternativa: abbracciare un approccio sostenibile oggi è necessario. Infatti, secondo uno studio internazionale condotto da Wpp nel 2019, l’humanized growth (=purpose) si appresta a diventare in assoluto il principale fattore critico di successo e driver di sviluppo per le aziende nei prossimi anni.
Diventare socialmente più responsabili si rivela non solo un vantaggio per la reputazione (che, comunque, già di per sé, può far bene alle casse delle imprese) ma anche un mezzo per ridurre costi e rischi, aumentando spinta all’innovazione, e costituendo inoltre un nuovo stimolo per la filiera, i prodotti, il modello di business. Il tutto in un’ottica di lungo periodo che risulta premiante.
Tutte le aziende dovrebbero intraprendere un percorso per il proprio sviluppo sostenibile partendo dal programma dell’Agenda 2030 – redatta dai governi dei 193 paesi membri dell’Onu – in cui vengono definiti 17 macro-obiettivi per lo sviluppo sostenibile, in un grande programma d’azione per un totale di 169 target o traguardi, che dovranno guidare il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 10 anni: i paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.
Spingere le aziende a integrare la sostenibilità nel business è l’obiettivo al quale punta l’Unione Europea con la direttiva 2014/95/Ue, recepita in Italia con il decreto legislativo 254/2016. Purtroppo molte aziende sono ancora convinte che la sostenibilità sia un costo, un freno per la crescita e una zavorra per l’innovazione.
Il vento però sta cambiando: sono in molti ad avere capito che un approccio strategico che metta al centro la Corporate Social Responsibility (Csr) è un fattore che indirizza e moltiplica le ricadute positive.
Nell’ottica di un successo duraturo per l’azienda, è quindi sempre più necessario un approccio di CSR: servirsene come di un motore, come premessa ineludibile nella determinazione delle strategie imprenditoriali. Solo così le aziende potranno modellare la propria strategia e operatività per affrontare il cambiamento, rispondendo alle aspettative e ai bisogni di tutti gli stakeholder, accrescendo al contempo la competitività e preservando la redditività.
Ma cosa significa integrare la sostenibilità nel business? Oggi significa dare centralità delle tematiche di Corporate Social Responsibility come driver di adesione dei consumatori alle aziende e ai brand, quindi si prospetta una sempre maggior importanza del purpose come fattore di generazione di crescita sostenibile per le aziende
È la promessa di fiducia, di un rapporto che vede al centro non più il cliente o consumatore, ma la persona, in modo da vivere un’esperienza relazionale tra brand e cliente
Inoltre, nella attuale società iperconnessa la creazione di un purpose condiviso dalle persone che lavorano in un’organizzazione è imprescindibile per la credibilità dell’organizzazione stessa: i dipendenti diventano ambassador dell’organizzazione verso gli stakeholder al di fuori di essa.
Parlare di sostenibilità o citare aree di sostenibilità non basta per poter dire di aver integrato l’Agenda 2030 all’interno della propria azienda o aver abbracciato una strategia di CSR. La strada da percorrere è impegnativa ma deve essere considerata, perché:
La sensibilità degli italiani rispetto alla sostenibilità ambientale cresce e condiziona le scelte di acquisto in diversi settori (food, cosmetica, abbigliamento, servizi, eccetera). La Commissione Europea ha certificato che le aziende sostenibili hanno una redditività superiore del 10% alla media.
Sono 34 milioni gli italiani interessati al tema della sostenibilità, in particolare le donne tra i 35 e i 54 anni. Il 78% delle responsabili acquisto vorrebbe acquistare prodotti con poco o nessun imballaggio. Il 66% dei consumatori ha dichiarato di essere disposto a pagare di più per un brand responsabile. Il 61% degli italiani è pronto a modificare le proprie abitudini d’acquisto per ridurre l’impatto sull’ambiente. Il 76% degli italiani sostiene che sia importante che un’azienda si comporti eticamente e il 50% che le aziende dovrebbero comunicare il proprio impregno per una produzione sana e sicura.
(fonti: Rapporto Coop 2019 /osservatorio LifeGate / Nielsen “Global survey of corporate social responsibility and sustainability” – Sinottica)
Coerenza
Oltre a guardare dentro l’azienda bisogna guardare anche alla propria catena di fornitori e partner. Un solo anello debole nella strategia può infatti scatenare problemi sia verso il target interno all’azienda sia verso i consumatori.
Lungo termine
Abbracciare un percorso di sostenibilità: abbiamo detto che oggi non è più opzionale, ma attenzione, non si può limitare ad azioni tattiche. Una strategia a lungo termine è la strada corretta da percorrere.
COMUNICAZIONE
Favorire il second-hand, ridurre la plastica in azienda, partecipare alla giornata mondiale del clima sono passi importanti ma la decisione di farne oggetto di comunicazione ogni volta va ponderata.
Ancora una volta torniamo alla strategia di lungo termine e alla coerenza: se questa è la strada intrapresa, anche la comunicazione potrà includere i temi di sostenibilità aziendale.