È in corso a Dubai la COP28, la Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
La conferenza ha l’obiettivo di discutere gli orientamenti e gli interventi climatici per il futuro.
“Abbiamo le tecnologie per evitare il peggio del caos climatico, se agiamo ora” ha esorato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres nel suo discorso inaugurale in apertura della Conferenza. Il Segretario ha rimarcato gli effetti del riscaldamento globale a livello non solo ambientale, ma anche economico, e ha evidenziato gli effetti positivi che potrebbe avere la transizione all’energia rinnovabile. Questa, oltre ad arrecare indiscutibili vantaggi al nostro pianeta, alla nostra salute e alle nostre economie, sarebbe in grado di soddisfare la crescente domanda di energia nel mondo.
“La scienza ci dice che abbiamo circa sei anni prima di esaurire la capacità del pianeta di far fronte alle nostre emissioni. Prima di superare il limite di 1,5 gradi”, ha avvertito Simon Stiell, segretario esecutivo dell’UNFCCC.
Nei primi giorni della COP28 sono stati annunciati oltre 57 miliardi di dollari e nuove dichiarazioni che contribuiranno a trasformare tutti i principali sistemi dell’economia globale: dalla salute dei sistemi alimentari alle energie rinnovabili e la loro efficienza, dalle iniziative per decarbonizzare le industrie ad alte emissioni alle dichiarazioni su idrogeno e raffreddamento.
Il numero di paesi che sostengono queste dichiarazioni e impegni è in crescita e dimostra un livello di inclusività senza precedenti in questa COP28: 116 paesi (su 199) intendono triplicare il ricorso alle rinnovabili, il 40% dell’industria del petrolio ridurre le emissioni.
Alla COP28 è intervenuta anche l’Italia, nelle parole della premier Meloni: “L’Italia sta facendo la sua parte nel processo di decarbonizzazione in modo pragmatico con un approccio” che rispetti la neutralità tecnologica “libero da radicalismo: se vogliamo essere efficaci” serve “una sostenibilità ambientale che non comprometta la sfera economica e sociale, una transizione ecologica non ideologica”.