Ad affermarlo è l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), che ha pubblicato la sua prima valutazione europea del rischio climatico (EUCRA).
Dalla valutazione emerge in maniera rilevante che il continente europeo è vittima di fenomeni climatici estremi che sono desinati a intensificarsi.
La rapidità con cui queste condizioni stanno peggiorando evolve a un ritmo che supera le capacità delle attuali misure di adattamento di tenere il passo. Questi eventi hanno un impatto diretto sulla produzione agricola, la salute pubblica e l’economia.
La valutazione individua in Europa 36 principali rischi climatici. I rischi sono valutati in base alla gravità e all’orizzonte politico, alla prontezza delle politiche e alle caratteristiche del rischio. La valutazione individua inoltre le priorità per l’azione politica dell’UE, sulla base di una valutazione strutturata del rischio unita ad aspetti qualitativi, come la giustizia sociale.
La temperatura media nel periodo di 12 mesi tra febbraio 2023 e gennaio 2024 ha superato di 1,5 °C i livelli preindustriali. Il caldo estremo sta diventando sempre più frequente, mentre i modelli di precipitazione stanno cambiando. Gli acquazzoni e le altre precipitazioni stanno aumentando di gravità e negli ultimi anni si sono verificate inondazioni catastrofiche in diverse regioni. L’Europa meridionale, in particolare, può aspettarsi una notevole diminuzione delle precipitazioni complessive e siccità anche gravi.
Questi eventi, combinati con i fattori di rischio ambientali e sociali, pongono sfide importanti in tutta Europa. In particolare, compromettono la sicurezza alimentare e idrica, la sicurezza energetica e la stabilità finanziaria, nonché la salute della popolazione in generale e dei lavoratori all’aperto; a loro volta, ciò influisce sulla coesione e sulla stabilità sociale. Parallelamente, il cambiamento climatico sta avendo un impatto sugli ecosistemi terrestri, d’acqua dolce e marini.
Il cambiamento climatico è un moltiplicatore di rischi che può esacerbare le crisi esistenti. I rischi climatici possono propagarsi a cascata da un sistema o da una regione all’altra, e comportano sfide che interessano intere società intese come sistema, con gruppi sociali vulnerabili particolarmente colpiti.
Applicando le scale di gravità utilizzate nella valutazione del rischio climatico europeo, diversi rischi climatici hanno già raggiunto livelli critici. Se non si interviene subito, la maggior parte dei rischi climatici individuati potrebbe raggiungere livelli critici entro la fine del secolo. Centinaia di migliaia di persone morirebbero a causa delle ondate di calore e le perdite economiche delle sole inondazioni costiere potrebbero superare i mille miliardi di euro all’anno.
Politiche e azioni efficaci a livello europeo e nazionale possono quindi contribuire a ridurre questi rischi in misura molto significativa. La misura in cui riusciremo a evitare i danni dipenderà in larga misura dalla rapidità con cui riusciremo a ridurre le emissioni globali di gas serra e dalla rapidità ed efficacia con cui riusciremo a preparare le nostre società e ad adattarci agli impatti inevitabili dei cambiamenti climatici.
Le valutazioni nazionali dei rischi climatici sono sempre più utilizzate per informare lo sviluppo delle politiche di adattamento. Tuttavia, la preparazione della società è ancora scarsa, poiché l’attuazione delle politiche è in forte ritardo rispetto ai livelli di rischio in rapido aumento. Pertanto, è necessaria un’azione aggiuntiva coordinata e urgente a tutti i livelli di governance.
La maggior parte delle politiche e delle azioni volte a rafforzare la resilienza dell’Europa ai cambiamenti climatici sono state realizzate a lungo termine e alcune azioni hanno tempi di realizzazione molto lunghi. È necessario intervenire subito per evitare scelte rigide che non sono adatte al futuro in un clima che cambia, come ad esempio nella pianificazione territoriale e nelle infrastrutture di lunga durata.
Fonte: EEA
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