Riportiamo per intero ai fini di conoscenza l’articolo di Andrea Muratore del 06.12.2021 reperibile al link
https://www.ilgiornale.it/news/finanza-sostenibile/sforzo-bce-sulla-finanza-sostenibile-1989264.html
La Banca centrale europea ha preso sul serio la sfida della finanza sostenibile. Nel corso degli ultimi anni, e con maggior insistenza nei mesi più recenti, l’Eurotower si è impegnata fortemente per mettere in campo strategie e piani d’azione volte a incorporare le necessità degli standard Esg (“Environment, Sustainability, Governance”) nelle sue azioni e indicazioni.
In particolar modo sul fronte ambientale la Banca centrale europea a più riprese si è data l’impegno di integrare in misura maggiore considerazioni relative al cambiamento climatico nel proprio assetto di politica monetaria e nel quadro degli stimoli al mercato europeo. Nel corso degli ultimi mesi i modelli macroeconomici, le statistiche e i dataset che guidano la politica monetaria dell’istituto di Francoforte hanno incorporato statistiche che fanno riferimento al cambiamento climatico; infine, tale stimolo si è trasmesso anche all’informativa rivolta ai clienti privati, alla valutazione del rischio di sistema e alle attività di acquisto delle obbligazioni aziendali nel quadro del Private Sector Purchase Program (Pspp) promosso da Mario Draghi.
Come sottolineato da Mauro Bellini, direttore di Esg360, si sta “parlando di trasformazioni che presentano un impatto diretto e indiretto sull’occupazione, sulle scelte legate agli investimenti, sulla produzione industriale, sulla capacità produttiva di imprese e di nazioni e che incidono a loro volta in modo diretto o indiretto sull’inflazione e sui tassi di interesse. Si tratta di nuove e ulteriori variabili che hanno un impatto sulla stabilità finanziaria e sulla trasmissione della politica monetaria”.
Nel corso del tempo la Bce punta alla creazione di nuove misure di valutazione per gli strumenti finanziari green e all’analisi dei valori di emissione carbonica generata da ogni industria partner per le istituzioni finanziarie vigilate. Inoltre, l’Eurotower ha recentemente annunciato che inizierà a effettuare valutazioni del rischio climatico associato ad ogni attività finanziaria sul bilancio dell’Eurosistema nel 2022 al fine di valutare l’esposizione dell’Eurosistema ai rischi connessi al cambiamento climatico, sulla scorta della metodologia dei tradizionali stress test per banche e istituti finanziari. Ancora indefinite le metodologie con cui tali stress test avverranno, ma un paragone con le analisi tradizionali lascia presupporre che l’Eurotower chiederà alle banche europee di preparare un documento dove viene prevista un’evoluzione dei loro portafogli in termini di impatto ambientale nell’orizzonte temporale che porta fino alla data-limite del 2050, obiettivo dei piani di transizione europei e globali.
La Banca centrale europea ha preso sul serio la sfida della finanza sostenibile. Nel corso degli ultimi anni, e con maggior insistenza nei mesi più recenti, l’Eurotower si è impegnata fortemente per mettere in campo strategie e piani d’azione volte a incorporare le necessità degli standard Esg (“Environment, Sustainability, Governance”) nelle sue azioni e indicazioni.
In particolar modo sul fronte ambientale la Banca centrale europea a più riprese si è data l’impegno di integrare in misura maggiore considerazioni relative al cambiamento climatico nel proprio assetto di politica monetaria e nel quadro degli stimoli al mercato europeo. Nel corso degli ultimi mesi i modelli macroeconomici, le statistiche e i dataset che guidano la politica monetaria dell’istituto di Francoforte hanno incorporato statistiche che fanno riferimento al cambiamento climatico; infine, tale stimolo si è trasmesso anche all’informativa rivolta ai clienti privati, alla valutazione del rischio di sistema e alle attività di acquisto delle obbligazioni aziendali nel quadro del Private Sector Purchase Program (Pspp) promosso da Mario Draghi.
Come sottolineato da Mauro Bellini, direttore di Esg360, si sta “parlando di trasformazioni che presentano un impatto diretto e indiretto sull’occupazione, sulle scelte legate agli investimenti, sulla produzione industriale, sulla capacità produttiva di imprese e di nazioni e che incidono a loro volta in modo diretto o indiretto sull’inflazione e sui tassi di interesse. Si tratta di nuove e ulteriori variabili che hanno un impatto sulla stabilità finanziaria e sulla trasmissione della politica monetaria”.
Nel corso del tempo la Bce punta alla creazione di nuove misure di valutazione per gli strumenti finanziari green e all’analisi dei valori di emissione carbonica generata da ogni industria partner per le istituzioni finanziarie vigilate. Inoltre, l’Eurotower ha recentemente annunciato che inizierà a effettuare valutazioni del rischio climatico associato ad ogni attività finanziaria sul bilancio dell’Eurosistema nel 2022 al fine di valutare l’esposizione dell’Eurosistema ai rischi connessi al cambiamento climatico, sulla scorta della metodologia dei tradizionali stress test per banche e istituti finanziari. Ancora indefinite le metodologie con cui tali stress test avverranno, ma un paragone con le analisi tradizionali lascia presupporre che l’Eurotower chiederà alle banche europee di preparare un documento dove viene prevista un’evoluzione dei loro portafogli in termini di impatto ambientale nell’orizzonte temporale che porta fino alla data-limite del 2050, obiettivo dei piani di transizione europei e globali.
Secondo la Bce, almeno l’80% dei prestiti alle imprese nella zona euro è esposto a un fattore di rischio climatico. E dato che l’Eurotower vuole partecipare alla corsa alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra del 55% rispetto al livello del 1990 come previsto dall’ultimo pacchetto di proposte legislative Fit for 55 e contribuire al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, vuole far sì che tale situazioni cambi con interventi diretti. Negli anni la Bce provvederà al ribilanciamento graduale degli acquisti dei titoli detenuti in portafoglio puntando a muoversi in coerenza con un progressivo allineamento ai principi di sostenibilità , tenendo dei progressi degli emittenti nel ridurre l’impatto ambientale per allineare, di conseguenza gli acquisti. E, al contempo, farà sponda con la Commissione Europea sul suo programma di Green Bond: a ottobre con il lancio delle prime obbligazioni verdi la Commissione ha raccolto un totale di 12 miliardi di euro che saranno utilizzati dagli Stati membri, nell’ambito dei rispettivi Piani nazionali di ripresa e resilienza, e avviano la corsa alla quota di 250 miliardi di euro di emissioni previste entro il 2026 nel quadro di Next Generation Eu. Nel collocamento e nella promozione di questi titoli la Bce avrà un ruolo sostanziale, dovendo giocare da principale abilitatore per una strategia europea orientata alla finanza sostenibile che appare, ormai, irrinunciabile.